martedì 2 novembre 2010

MORA-Super e MORA-terapia


MORA-Super e MORA-terapia: potenzialità e realtà terapeutica

Nell’utilizzo di apparecchiature elettromedicali di biorisonanza, ci si rende conto come organismo possa rispondere in maniera diversa: a volte ci ritrova di fronte a quello che può essere definita una manifestazione a strati, poiché nel corso della vita traumi e malattie, accumulati e non risolte, si incorporano nella struttura energetica del paziente e sviluppano una stadiazione degli eventi.
Di volta in volta, accade che ad ogni seduta terapeutica, il paziente percorra, a ritroso sia da un punto di vista fisico, sia da un punto di vista psichico gli eventi che hanno segnato la sua vita.
Altre volte le frequenze somministrate al paziente sono tali da svolgere un’attività catartica; in tempi brevi egli risolverà non solo i sintomi recenti ma si rende conto di aver superato anche quelli del passato.
La ricerca dell’armonia diventa, pertanto, l’obiettivo di una terapia di biorisonanza, poiché essa intende ripristinare la condizione di “sistema aperto” nell’organismo umano.  
Negli esperimenti condotti dal Dr. Morell, venne cercato l’ambito nel quale le frequenze dei rimedi omeopatici si trovano, considerando la difficoltà di registrarle con un oscillografo, per la debolezza del segnale e la presenza di rumori di fondo.
Secondo le ricerche del biofisico F.A. Popp, tali frequenze possono essere misurate soltanto da strumenti notevolmente più sensibili e, per definire questo genere di frequenze, Brügemann introdusse il termine di <energie ultrafini>, indicando, con questi termini, le energie non misurabili direttamente, ma con un’efficacia documentabile.
Queste energie sono definite come presenti negli organismi viventi con una velocità di trasmissione pari alla velocità della luce e di natura elettromagnetica.
Al termine degli esperimenti si constatò che ogni rimedio agisce in un preciso  ambito di frequenze e che potenze identiche di rimedi diversi si trovano nel medesimo ambito di frequenze.
Una diluizione del rimedio pari a D6 lavora in un campo di frequenze di circa 300Hz.
Una diluizione D12 lavora in un campo di frequenze intorno a 1.000Hz.
Una diluizione D200 si trova in un range intorno a 10.000 Hz.
Per valutare la reazione dell’organismo a queste frequenze venne utilizzata la via indiretta, attraverso il test di E.A.V.
A questo scopo vennero utilizzati dei filtri elettronici che consentivano il passaggio solo di determinate frequenze.
Il filtro Passa-basso, che lascia passare solo quelle frequenze che sono inferiori al valore indicato.
Il filtro Passa-alto, lascia passare solo le frequenze superiori al valore indicato.
Il filtro  Passa-banda, lascia passare solo le frequenze comprese tra i valori indicati.
Il filtro ad eliminazione di banda, elimina le frequenze comprese tra i valori indicati.
Le bande di frequenza possono essere utilizzate per la terapia; infatti, dalla sperimentazione di Morrel fu possibile rilevare che il Passa-basso richiede alte amplificazioni di segnale ed un tempo di terapia più lungo, mentre un Passa-alto, richiede basse amplificazioni ed un tempo di terapia minore.
Nel Mora-Super e nel modello più recente Super+ esiste un sistema, il VARIOFILTER system, che consente di individualizzare una terapia specifica per il paziente: essa, infatti, può essere impostata dal valore passa-basso più basso, al valore passa alto più alto, con una banda di passa-banda più stretta possibile o impostare il filtro di eliminazione più stretto.
Il sistema di filtro multifunzionale è tale da diventare terapeutico quando vengono inserite le informazioni bioenergetiche (frequenze elettromagnetiche) del paziente stesso; in tal modo si selezionano le frequenze di risonanza del paziente e si può registrare un preciso controllo dell’amplificazione del segnale somministrato.
Altri due concetti sono importanti nello svolgere una Mora-terapia: risonanza ed interferenza.
Per risonanza si intende ciò che accade quando due oscillazioni di frequenza simile interferiscono ed il risultato dell’oscillazione è maggiore dell’ampiezza di ciascuna delle frequenze originali.
Per interferenza si intende, ciò che accade quando due oscillazioni di frequenza diversa interferiscono, creando una frequenza di oscillazione più bassa.
La terapia con un apparecchio Mora, si realizza utilizzando le frequenze del paziente stesso: fondamentale, per lo svolgimento della terapia, è capire che le frequenze patologiche del paziente, vengono lette e rinviate al paziente in forma invertita (Ā), trasformando, cioè,il segnale ondulatorio nella sua immagine speculare – controoscillazione.
Le frequenze fisiologiche, invece, vengono lette e rinviate all’organismo, senza essere modificate (A).
Pertanto, nel trattamento con un apparecchio MORA, è possibile somministrare frequenze identiche o ad inversione di frequenza: le prime per amplificare un segnale positivo, salutare per il paziente, le seconde per ridurre un segnale, fino a cancellarlo, non idoneo per il paziente.
Con la MORA-terapia, attraverso i programmi impostati e quelli  possibili, ancora da determinare, il paziente viene trattato con le oscillazioni del paziente stesso attraverso la recezione, dal corpo del paziente e ritrasmesse, tutte o in parte, al paziente stesso allo scopo di cancellare frequenze patologiche e rinforzare quelle fisiologiche.
Esistono segnali specifici che indicano nell’intervallo di tempo in cui vengono somministrate e frequenze, attraverso i simboli:
A, indica l’uscita di informazioni identiche ai segnali di entrata.
Ā, indica l’uscita di informazioni invertite (a specchio) rispetto ai segnali d’entrata.
H, indica le informazioni armoniche che rinforzano l’organismo.
D, indica le frequenze disarmoniche, isolate ed invertite rispetto al segnale d’entrata, che sono d’interferenza.

Sono molti i campi d’azione della Mora-terapia, ma ciò che ancora oggi, di solito, spinge il paziente ad un test di biorisonanza è la ricerca di una risposta che gli consenta di comprendere il perché dei suoi disturbi, dei suoi disagi e della sua malattia, che ancora non è riuscito a trovare.
Infatti, se da una parte la Medicina classica si occupa soltanto dei sintomi e della sua soppressione, dall’altra la possibilità di intervenire sulle cause che hanno determinato la situazione attuale, attraverso la terapia con il Mora-Super, deve evidenziare le condizioni di disagio personale che il paziente non riesce a superare: non sempre, infatti, mettendo in luce i propri disagi da affrontare in un contesto di psicoterapia, il paziente riesce ad accettare tale proposta.
Se da una parte esiste la possibilità di utilizzare una macchina dalle notevoli capacità, dall’altra bisogna tener sempre presente che la visita rappresenta un momento di contatto e di scambio con il paziente, condizione molto importante per il successo della terapia.
Le potenzialità dell’apparecchio e capacità di creare un’alleanza terapeutica sono le condizioni essenziali per iniziare un processo di guarigione.
In un contesto biocibernetico, l’organismo necessita di frequenze elettromagnetiche per riprendere una condizione di salute, espressione di armonia: la frequenza somministrata diventa, allora, lo strumento attraverso il quale il paziente si trova a cambiare istante per istante, le sue condizioni.
Occorre un’attenta anamnesi, fisica, psicologica passata ed attuale del paziente, per poter valutare fino a che punto ci si può spingere nella ricerca delle concause che hanno determinato la situazione del momento ed essere sempre pronti a rispondere ai quesiti che il paziente pone man mano che la terapia procede.
Mentre il paziente, man mano che procede il test, conferma i dati che si rilevano e che fanno parte del passato (non sempre registrati a livello cosciente), vengono fuori le domande che nella sua vita non hanno ancora ricevuto una risposta: il percorso etico dell’operatore diventa allora d’obbligo poiché ciò che risulta importante è il rispetto dei tempi del paziente stesso. La ricerca di un risultato sensazionale di guarigione, ha il limite costituito dal paziente: il percorso di guarigione è, a volte, un percorso di dolore e non tutte le persone sono disposte ad affrontarlo.
La speranza di una guarigione è, invece, il modo attraverso il quale uno strumento potente come il Mora riesce a superare gli handicap di tante altre metodiche terapeutiche; quale percentuale spetta alle diverse componenti del test per ottenere un risultato, a volte incredibile, è difficile da ricercare.
La macchina, l’alleanza terapeutica, le circostanze generali che si sono verificate nel momento particolare in cui il paziente è giunto alla visita, la speranza di guarigione e la gioia di vivere che il medico ed un operatore sanitario in generale, dovrebbe offrire, sono tutte necessarie perché il paziente sia oggi motivato non solo ad intraprendere un cammino di guarigione, ma anche ad essere disposto a cambiare quelle condizioni che nella vita lo hanno portato ad essere un malato.
Ogni organismo risponde, quindi, in maniera diversa.

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